4 novembre 2010

Uno nessuno centomila

"Conosci te stesso". Quante volte l'avete sentito dire? Quante volte vi è stato propinato come consiglio sull'acquisto di una personalità?
"Devi conoscere te stesso, solo così starai bene". Palle.
Chi conosce se stesso è così idiota da avere una sola personalità. Probabilmente non cambia nemmeno mai idea, perchè con quelle poche che gli arrivano non può nemmeno pretendere di mettersi a confutarle tutto il tempo.
"Trova il tuo equilibrio" è invece il postulato a cui si dovrebbe arrivare dopo essere arrivati a conoscere se stessi.
"Ciao, piacere, sono te stesso, e guarda.. so stare in piedi su una gamba sola".
Siamo tutti il frutto di quello che vediamo, leggiamo, ascoltiamo e impariamo. Ovviamente più cose passano per il cervello di una persona più semplice è che le sinapsi riescano pure a formulare pensieri complessi. Il problema è che la gente che da buoni consigli è quella che si ferma al primo pensiero complesso. Non lo decuplica, non lo eleva a potenza, non lo spreme e rigira e dilata e annulla. Cioè, quello che ti stanno dicendo quando ti raccomandano di conoscere te stesso è: usa un po' il cervello, e quando ti sembra di aver trovato una verità, fermati. Questo è ovvio, perchè se arrivassi ad un'altra verità ci sarebbe un bel problema da risolvere: o una delle due è sbagliata, o magari tutte e due. Normalmente chi ha di questi problemi non trova mai il tempo per verificare, si limita ad andare in chiesa e chiedere a qualcuno di prestargli la sua verità: comoda e collaudata.
Io non sono nessuno, non mi conosco, ne lo pretendo. Soffro ogni volta che mi scopro diverso, imprevedibile, innamorato e disilluso, ottimista e perverso, solo e socievole, crudele e misericordioso. Non so chi sono, e vorrei, vorrei con tutte le mie forze tornare ad essere il bambino di una volta, ma nel mondo dei pensieri non esiste lo smacchiante, e il candore dell'idealismo ha vita breve di fronte ad una tavola imbandita com'è la vita.

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