4 luglio 2011

Girotondo

Alla fine della giornata mi sono seduto sulla veranda di casa a fumare una sigaretta. Mia madre mi si avvicina con l'aria di chi sa cosa c'è che non va:
"Vatti a prendere qualche camicia nuova, sembri un disperato"
"Sono un disperato"
Poi ho finito la sigaretta e me ne sono andato. Ho preso Guaio con me, e abbiamo iniziato a camminare. Passi su passi, pensieri su pensieri, nessuna meta, nessuna via d'uscita. Solo un inesorabile girare in tondo. Questo non lo dico solo in riferimento a questa serata. Ho l'estenuante impressione che tutto sia solo un girare in tondo tutto il tempo. Ad un certo punto mi sono seduto sul ciglio della strada, Guaio se ne stava steso al mio fianco con il muso appoggiato sul mio ginocchio. Sembrava tranquillo, sembrava non preoccuparsi troppo del fatto che stessimo andando da qualche parte oppure no. Dove stavo io lui sentiva casa. Sono il suo centro gravitazionale.
"Dimmi che tu non mi lascerai mai"
Mi guardava alitando con la sua lingua di murshmellow rosso. Gli ho accarezzato e baciato la testa con disperazione. Poi mi sono messo a guardare i passanti. Sembravano sempre gli stessi, che tornavano dopo un giro di boa.