2 maggio 2011

Dalla mattina alla sera aspetto che un sorriso sia rivolto a me senza che nessuna nube oscuri la vista delle stelle. Sanguino ad ogni secondo, muoio nell'attesa di ciò che non avviene e mai avverrà. T'amo di stomaco, di ventre, d'invidia per quello che al mio posto non sa che tesoro possiede.
Ti ho detto di non seguirmi, di non starmi vicino, io che con questo fuoco oscuro rischio di bruciare il tuo candore. Te l'ho detto con l'inganno, con malizia, come quello che dice no, ma intanto chiede, spera, aspetta e sanguina.
Non so se tu m'abbia preso alla lettera, o se solamente ti sei persa nei labirinti della vita, o più semplicemente ti sei incantata a guardare occhi che non sono i miei.
Sono infame, sconclusionato e duro nel mio vivere così avidamente un'intensità che fatica a svelarsi. "Non ci si può fidare di te" mi hai detto tra le mille parole che vomitavi senza senso apparente.
Mi chiedo come si possa essere così ciechi, come si possa rifuggire la vita senza assaggiarla, come si fa ad esser certi d'amare così follemente il pistacchio se non si è provato null'altro. E così me ne vado, con il mio strascico di dolore, inghiottito dall'ombra che così cara copre le mie lacrime dure. Sparirò, e questa vota mi costringo essere per sempre, anche se mi sembra così folle. T'ho urlato contro il mio amore incondizionato, son tornato vergine per aspettare il tuo corpo i tuoi baci che finora ho solo immaginato. Se tu solo sapessi quanti attimi di vita t'ho dedicato senza che tu me lo chiedessi. Se solo sapessi quanto abbiamo vissuto, tu ed io, senza che tu non ti sia nemmeno mai mossa dalle tue certezze, sicurezze. Ma cautelarsi nei confronti della vita è come mettersi un salvagente durante il diluvio universale. Così tu sfiori dolcemente la superficie dell'acqua quando all'orizzonte sfidano nubi tempestose, ed io, perforato dal troppo dolore annego lentamente fino ad adagiarmi nel fondo. Sono un relitto buono solo per i vermi. Sono un cuore che ama sempre e solo a senso unico. Corri spavalda, va' pure dove ti pare, quando l'inerzia consumerà stanca la sua spinta forse capirai, o forse semplicemente avrai già dimenticato d'essere stata l'arma del mio delitto.

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