11 novembre 2010
Nemesi
La vita a volte tende agguati. Ho passato gli ultimi due giorni insolitamente spensierato. Sono uscito fischiettando, ho giocato con Guaio. Mi ha pure dato una mano a rimorchiare. Due chiacchiere e una birra. Parlavo del più e del meno, ascoltavo quello che mi si diceva. Ho lasciato pure il mio cinismo a casa, dimenticato sbadatamente in un angolo. Il giorno dopo ho pure scopato, una di quelle scopare mediocri che però hanno il potere di farti svegliare quasi di buon umore il giorno dopo. Non mi stavo a chiedere cosa stesse succedendo, vivevo, e lo facevo come gli altri. Negli ultimi due giorni sono stato una persona normale.
Sta sera sono rientrato, e li, sulla soglia di casa un agguato m'aspettava. L'ho riconosciuta in un istante. Il fuoco m'è divampato dallo stomaco dritto in faccia, il tempo è rimasto sospeso, e le pareti si sono sbriciolate sotto il mio sguardo smarrito.
"Oh se questa troppo, troppo solida carne, potesse disfarsi squagliarsie sciogliersi in rugiada. Oh se l'Eterno non avesse scritto la propria legge contro il suicidio. O Dio, Dio, come mi sembrano tediose, stantie, banali e senza profitto tutte le usanze di questo mondo!" (Amleto)
Il flusso di pensieri senza scampo m'ha braccato, sfiancato fino a finirmi qualche metro più in la. É durato un eternità l'attimo in cui con rabbia avrei strappato gli occhi all'umanità, e con ferocia mi sarei avventato contro ogni parola, sillaba inutile pronunciata in questo mare di silenzio. Vattene tu dove ti pare, lasciami vivere. Sono un reietto e da quelli come me non pretendere mai un briciolo di coerenza, normalità. Siamo bestie in agguato, e la vita, in un attimo sa riprendersi quello che tu a forza gli hai strappato.
Nudo su questa terra piatta a cercare un rifugio.
Tu, mio simile, che mi guardi con occhi interrogativi, se non sai comprendere, non chiedere, semplicemente volgi lo sguardo da un'altra parte, e dimentica quello che hai visto.
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3 commenti:
Dentro ... Fuori ... Da dove arriva l'agguato? Dov'è il rifugio? in una terra che inghiotte avida o nella mente che si sfalda sotto il peso della realtà? E se non in questi luoghi, dove allora? Dove mi metto? Dove il rifugio ... Dentro? ... Fuori?
... Nella morte? Ma è essa un rifugio profondo o soltanto uno sterile e piatto punto di fine?
Paradossalmente, un'inganno dell'angoscia che protegge fintanto che la pensiamo ...
un post interessante e curioso....
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