Come sempre Diana mi stupisce una volta di più. M'ha raccontato un aneddoto sulla pazzia che non voglio scordare, e per questo lo appunto qui, al servizio di chi ne saprà trarre qualcosa di buono.
In un ospedale spichiatrico è rinchiusa una paziente particolare, la sua caratteristica è quella di dipingere sui muri della stanza, dipingere per non morire, anche se come pittura usa la propria merda. Magnifici disegni di merda sui muri che inservienti meticolosi devono ripulire ogni giorno, nauseati dall'odore stantio di una latrina mai pulita. Lo spichiatra di turno non sa che fare, crede che pulendo ripetutamente il muro prima o poi dovrà rimanere pulito, crede che la pazzia sia una questione di costanza.
Un giorno nella stanza della paziente entra un nuovo psichiatra. Non guarda nemmeno la "malata" negli occhi, è troppo impegnato a osservare la bellezza del dipinto su muro. Un dipinto fatto con la merda, ma stupendo. Non una smorfia, non un segno di cedimento per l'odore che gli fracassa le narici. Poi si volge alla donna, e fa un solo commento:
"È davvero stupendo, anche se manca un po' di colore"
"Non è colpa mia se non mi danno la vernice" risponde la donna.
Chi è il pazzo qui? La maggior parte delle malattie mentali sono la conseguenza immediata della stupidità di chi ha il potere di decidere chi è normale e chi no.
1 commento:
Anche un paziente dell'ospedale psichiatrico in cui lavoro, lo fa.
E da un po' ho iniziato a lavorare anche con i malati di alzheimer. Ce ne e' uno a cui piace pisciarsi addosso. Le scarpe soprattutto. Se le piscia come farebbe un cane. Marchia il territorio.
Provare ad entrare nei loro deliri, senza perdersi dentro, puo' aiutarli. E aiutarci.
A me ha dato dei regali insperati
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